La Ruota dell'Anno della Dea Jana

Un contributo di Sonia Desiderio


"Basta tentennare! Una voce impetuosa dentro me: “adesso basta trovar scuse siediti e scrivi”… ed è così che decido di abbandonarmi al fluire di questa voce interiore ed alla connessione del mio sentire, è così che finalmente decido di sedermi smettendola di tentennare, stando sospesa tra cielo e terra, vibrante della felicità delle mie intuizioni e visioni, finalmente scelgo di metter radici e di portare in Terra tutto ciò che dal cuore e dal grembo sento arrivare.

   Qualche anno fa Sarah mi spiegò il grande mistero della Ruota, perché un elemento è a destra piuttosto che a sinistra, ma soprattutto perché tutte le tradizioni mostrano direzioni ed archetipi differenti. Una risposta interessante, la sua, che mi è entrata dentro ed ha cominciato a solleticarmi e pian piano a germogliare.

   Ascolta, osserva la tua terra, essa ti parla molto di più di qualsiasi altra cosa… proprio oggi ho scritto cosa significa per me "sovranità", l'antico potere del Sacro Femminile che governava la terra con equità e responsabilità. La figura della regina e della sacerdotessa erano figure di responsabilità sociale nel mondo civile e spirituale.

Un altro archetipo poco compreso nel nostro tempo è quello della Dea nel suo aspetto di Amante, l’amante che affascina, l’amante che seduce, l’amante che ha il potere di svegliare e plasmare il piacere dell’altro, l’amante che Sa … sii così amante della tua Terra ed ascolta cosa puoi fare per essa per portarle piacere ed estasi, tocca i suoi elementi, assaporali, rispetta la Dea e nell’orgasmo cosmico della creazione: Ascolta cosa ti dice. Impara a conoscere la mappa della sua pelle, sentila vibrare dentro di te, senti la voce che va al di là della soglia del visibile, trova lo specchio di ciò che senti nel manifestato nella materia che ti circonda.

   Tutto è permeato della Grande Madre, tu stessa come Donna sei la Grande Madre, e come Uomo sei il suo Guardiano, le tue cellule sono le sue, ognuna di esse è nata dall’orgasmo cosmico della madre frutto dell’incontro tra l’amore profondo, passionale, l’amore per la creazione ed il desiderio di conoscenza.

Io stessa ho cercato di mettermi in connessione in questo modo e ho operato, per la creazione dei percorsi che offriamo al Tempio della Dea Sardegna, in connessione con le Energie della Dea, che includono la forza creativa del sacro femminile e del sacro maschile.

   È così che cercherò di ricostruire la Ruota di questa magica Terra, ascoltando il mio sentire e connettendolo allo studio ed alla ricerca delle grandi studiose del passato attraverso la forza lineare e razionale che pone linearità alla spirale dell’ispirazione permettendone la “spiegazione e la traduzione”.

   Inizierò con l’approfondire il sentire e, come una appassionata amante, andrò a ricercare quei punti della mia Terra che vibrano di bellezza e sapere ancestrale. Solo dopo aver assaporato e goduto di ogni singolo granello di Terra mi soffermerò al connetterlo con lo studio ed il sentire delle grandi studiose, in modo che questa Ruota nasca in questa Terra ed in essa vibri.

   L'energia della Dea Fanciulla Brigida mi accompagna, quindi non stupitevi se, fra le righe, la sentirete gioire ed entusiasmarsi per le piccole grandi sincronicità della vita!

   La Ruota di Avalon e la Ruota di Diana hanno entrambe inizio con la festività di Samhain il 1° novembre, Festività legata alla direzione del nord- ovest… sapete dove si trova la Sardegna? Esattamente a nord-ovest nel Mediterraneao!

   Quindi via! Inizia qui il nostro viaggio!

   Armata di cartina della Sardegna e dello schema della Ruota dell’anno decido di sovrapporle e partire esattamente da come la Dea ha disegnato questa sua meravigliosa espressione del suo Essere in questo mondo manifestato. Proprio mentre sono quasi al termine del mio primo cammino consapevole sulla Ruota al passaggio tra Lammas e Mabon, la Madre mi fa un regalo: “La Pintadera”.

   Raccontano che le Pintadere di Sardegna fossero “solo” degli “attrezzi” da cucina utilizzati per decorare il pane… ma il pane in Sardegna è sacro, sacre sono le movenze delle donne che lo impastano, sacri sono i forni che lo accolgono, sacri sono i rituali ad esso connesso.

   Scrive su questo Giulio Angioni ( “Pani” – pag.19): “…C’è tutto se c’è il pane. Un bicchiere di vino, quando c’è va bene, e meglio ancora se c’è una fetta di salsiccia o un morso di formaggio. Ma non c’è niente se non c’è il pane…”. Il pane, quindi come alimento indispensabile, capostipite di tutti gli altri alimenti a corredo. Cosi continua nella sua lucida esposizione Giulio Angioni: “…Al pane si davano tante forme diverse, di fiori e di frutti e di tutte le cose belle e buone. E per ogni festa c’era il pane speciale. Era l’ornamento della casa e l’orgoglio della sua padrona. I luoghi più puliti erano quelli dove si faceva il pane, a cominciare dal tavolo e dai recipienti. E dove si conservava la pasta per fare da lievito al pane della prossima volta era come il posto dove dormiva un figlio stimato. Si toccava con mani pulite, il pane, e si maneggiava con grande rispetto. Non si buttavano i resti. E il pane duro che si riportava come resto dalla campagna, bisognava mangiarlo per primo, perché era doppiamente santo. Così si diceva ai bambini che si buttavano sul più molle. C’era venerazione per il pane. Al pane si chiedeva quasi perdono per doverlo mangiare. E guai se il pane cadeva per terra, e se mai cadeva, devi baciarlo appena raccolto. Il pane insaporisce il companatico, più di quanto il companatico insaporisce il pane...”."

   Osservo quindi questo strano strumento e la connessione di esso con la Ruota dell’Anno è pressoché immediata. Come altri autori hanno fatto in passato, cerco di documentarmi ed osservarlo meglio. La teoria più accreditata, per ora, resta certamente quella che ipotizza l’uso della pintadera come sigillo, come timbro. Teoria questa ‘dominante’ in quanto l’uso come “marcatore”, come “stemma di famiglia”, per marcare il pane, ha continuato a perpetuarsi nel tempo, per molti dei secoli successivi, tanto da essere ancora in voga tra le famiglie notabili in molti centri della Sardegna, fin oltre il Medioevo.

   Tuttavia anche l'altra ipotesi, quella più recente, che sostiene invece che nelle incisioni sulla superficie di alcune ‘pintadere’ si possa leggere la riproduzione di un calendario lunare e solare, appare convincente. Indubbiamente le due teorie hanno entrambe una buona validità. La cosa sicuramente importante è che i Sardi attribuivano alla “Pintadera” una funzione non marginale, considerata la cura con cui veniva realizzata fin dai tempi più antichi. Un uso ampiamente diffuso, quello di questo strumento, considerato il numero dei “pezzi” ritrovati, e la larga diffusione, testimoniata dai ritrovamenti localizzati in tutta l’Isola.

   Questo il suo uso più noto, fino all'innovativa teoria, che attribuisce a questo strumento un’altra funzione importante: quella del calendario. Suggestiva, davvero, questa teoria della Pintadera-Calendario!

   Ed ecco che alcuni autori scrivono: “La Pintadera-Calendario Nuragico, potrebbe essere stata davvero un “marcatore del tempo”, usato dalle popolazioni sarde parallelamente ad altre popolazioni anche lontane, in particolare i Celti, col cui calendario la nostra ‘pintadera’ ha incredibili somiglianze. Lo studioso Nicola De Pasquale sostiene che la somiglianza dello strumento sardo con quello celtico è riferita al ‘calendario festivo annuale’ dei Celti. Questo studioso, che ha sviluppato schematicamente una Pintadera (la possiamo vedere nei disegni allegati), ha messo in relazione la “Pietra di Nurdole”, in cui è ravvisato il nostro calendario delle feste agricole e pastorali rapportate alla Luna e al Sole, con il “calendario celtico”. Il confronto ha evidenziato delle incredibili concordanze ed assonanze. Lo schema o “ruota” corrisponde, come del resto, corrispondono le festività! Le feste lunari, quelle più importanti, formano la “croce” e quelle solari formano la “X”. 

   E sebbene questi autori avessero completamente invertito le direzioni, posizionarle, vederle e vivere la Ruota di Jana sulla Pintadera per me è stato un attimo, ma un attimo di immenso amore e gratitudine.

 

Studio, testo e immagini di Sonia Desiderio

 

 

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